Fritto Misto di paranza

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Ingredienti: Anelletti di calamaro,gamberetti,acciughe

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18,00 €

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La frittura è un metodo diffuso in tutto il mondo e usato già nel 2500 a.C. in Egitto.[1]Naturalmente[non chiaro], in tale paese, si usava olio vegetalegenerico. Già nell'antica Roma si friggevano i cibi, dolci o salati che fossero, solitamente nell'olio di oliva. Una ricetta del periodo, le frictilia, è la probabile antenata delle attuali chiacchiere o bugie di carnevale.

La maggior parte della popolazione consumava il pasto del mezzogiorno e diversi spuntini per strada, acquistando dalle varie bancarelle o da locali semi aperti vicini alla strada. Tali negozi, le cauponae e le tabernae, vendevano diversi cibi fritti, quali frittate, frittelle, salsicciotti. Esistevano, inoltre, le vere e proprie botteghe di friggitori, citati anche dal poeta Marziale.

Il fritto nell'antica Roma era prevalentemente in olio di oliva o strutto. Nel Medioevo (e fino a tempi recenti[2]), invece, ha prevalso quest'ultimo. Nel Nord Italia il burro, per la ricchezza dell'allevamento bovino.

Recentemente, si usano anche materie grasse alimentari sottoposte a frazionamento, che permette di separarle in una parte solida e una liquida adatta anche a friggere (ad esempio olio di palma bifrazionato), da sola o mescolata con altri oli; tali sostanze sono definite "prodotti per friggere" ma non sono propriamente oli.[2]

Dato l'alto contenuto in grassi, gli alimenti fritti vanno consumati con moderazione, soprattutto per chi ha problemi cardiovascolari e di fegato. La quantità di grasso assorbita durante la frittura varia da grasso a grasso.

Un rassegna sull'arte della frittura si svolge ad Ascoli Piceno (famosa per le sue olive ascolane) e si chiama Fritto misto all'italiana e dal mondo.